Si Dividono In due Classi: Tipici

A Proposito del Ritorno Dell’elettrochoc

Insomma, c’è chi parte dalla Sicilia per essere seguito nel “tapering” dell’antidepressivo, cioè quel processo tarato a misura su ogni singolo paziente di riduzione e, infine, eliminazione degli antidepressivi. La decisione di introdurre gli antidepressivi va presa in considerazione solo se il paziente non risponde alla psicoterapia”. Questi nuovi dati potrebbero portare a riconsiderare il rapporto tra efficacia e tollerabilità degli antidepressivi, senza dimenticare che questi non vengono prescritti solo per la depressione, ma anche per i disturbi di panico, di ansia generalizzata e del disturbo ossessivo compulsivo”, afferma Biondi. La causa di un effetto paradossale degli antidepressivi più diffusi - il rischio di un peggioramento dei sintomi all'inizio della somministrazione del farmaco - è stata chiarita da un gruppo di ricercatori della Otto-von-Guericke Universität a Magdeburgo, in Germania, e della Radboud University a Nijmegen, nei Paesi Bassi, che firmano un articolo sui “Trends in Cognitive Sciences”. L’ipertensione polmonare persistente del neonato è associata con una sostanziale morbilità e mortalità: tra il 10% e il 20% dei bambini affetti non sopravvive, e i bambini che sopravvivono vanno incontro a gravi conseguenze a lungo termine, tra cui malattie polmonari croniche, convulsioni e problemi di sviluppo neurologico a causa sia dell’ipossiemia che dei trattamenti aggressivi spesso richiesti.

Tale ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN) si verifica in genere in neonati a termine o quasi a termine e si presenta entro poche ore dalla nascita con grave crisi respiratoria che richiede intubazione e ventilazione meccanica. 10 GIU - Un ampio studio condotto negli Stati Uniti sulle donne in gravidanza con assicurazione sanitaria pubblica ha prodotto evidenze coerenti con un potenziale aumento del rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN) associato all’uso materno di antidepressivi della classe degli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) nell’ultima parte della gravidanza. Lo rileva uno studio statunitense pubblicato su Jama, e rilanciato sul sito dell'Agenzia italiana del farmaco, che ha preso in esame l’uso di antidepressivi della classe degli SSRI antidepressivi.net/cymbalta nell’ultimo trimestre di gravidanza. L’uso combinato di alprazolam e ibuprofene, basato sulla risposta ottenuta in 7 pazienti su 15 contro 4 su 14 con placebo, ha riportato benefici (Russell et al., 1991), ed è più efficace dei farmaci stessi in monoterapia. Un altro reperto dello studio di Kirsch è che, contrariamente al buon senso, la stabilità della risposta al farmaco non è maggiore di quella al placebo, anzi, all'uso del farmaco seguono maggiori ricadute che all'uso del placebo.

Nel 2006, la Food and Drug Administration (FDA) emise un Public Health Advisory su un potenziale aumento del rischio di PPHN associato all'esposizione nell’ultimo periodo della gravidanza agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sulla base di un unico studio epidemiologico da cui era emerso un rischio 6 volte maggiore associato all'uso di SSRI dopo la 20a settimana di gravidanza. “I risultati della più grande coorte studiata fino ad oggi” affermano i ricercatori “con metodi epidemiologici avanzati per mitigare il confondimento da patologie psichiatriche preesistenti e condizioni e comportamenti ad esse associati, suggeriscono che il rischio di PPHN associato all'esposizione in gravidanza avanzata agli SSRI, se presente, è più ridotto di quanto riportato in studi precedenti. Restringendo l’analisi alle donne con una diagnosi di depressione, i rischi erano pari rispettivamente a 24,9 (95% CI, 23,7-26,1), 33,8 (95% CI, 29,7-38,6) e 34,4 (95% CI, 26,5-44,7) su 10.000 per neonati non esposti, esposti agli SSRI e non esposti agli SSRI. Le donne esposte sia a SSRI che a non-SSRI sono state escluse dalla coorte. Innanzitutto sono necessari studi longitudinali specifici che indaghino il problema dell’astinenza legata all’uso delle varie classi di antidepressivi. Al centro della comunicazione di Aifa è il principio attivo paroxetina, per il quale erano già state inserite informazioni specifiche all’interno del Riassunto delle caratteristiche del prodotto e del foglio illustrativo a seguito della revisione europea sulla sicurezza degli antidepressivi in età pediatrica del marzo 2005. La nuova revisione europea del marzo 2014 ha considerato un rischio potenziale importante il rischio suicidario in bambini e adolescenti, e in quanto tale da approfondire e monitorare nel tempo.

A seguito di una revisione degli studi supplementari che presentavano risultati contrastanti (2 studi riportavano un aumento del rischio, tre studi no), l’FDA concluse nel 2011 che era prematuro pervenire a una conclusione circa un possibile legame tra l'uso di SSRI in gravidanza e la PPHN e aggiornò di conseguenza l’Avviso. Per questo, la società medica è sempre più attenta a suggerire la giusta terapia farmacologica per le pazienti con disturbi depressivi durante la gravidanza. “A complicare ulteriormente il quadro, c’è il fatto che è diventata consuetudine prescrivere gli antidepressivi anche per i disturbi ansiosi - spiega Fava- per i quali invece la psicoterapia deve essere la prima scelta. Da piccola la mia mamma mi diceva che a tutto c’è una soluzione o un modo per mettere pezze. Tale lista crescerà mano mano che avrò il tempo di aggiungere nuovi principi attivi; comincio con sostanze che sollevano l’umore in modo rapido, per proseguire con i tradizionali antidepressivi a lunga latenza d’azione. L’interruzione degli antidepressivi normalmente avviene in maniera graduale, alla fine di un percorso terapeutico farmacologico, quando il paziente è ormai asintomatico da qualche tempo. Consapevole dell’importanza di discutere con il paziente “sia gli effetti positivi che quelli negativi legati all’assunzione di antidepressivi”, Biondi ribadisce che questi non vanno demonizzati “pena il rischio di non intraprendere una cura farmacologica quando questa è necessaria se non vitale”.

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